Venerdì 31 maggio 2019. Cinque giorni dopo Gara 1 delle Semifinali Playoff, che aveva visto la prima metà dell’impresa dei nostri Under 15 Silver, capaci di infliggere l’unica sconfitta stagionale alla Pallacanestro Correggio, rimontando dal -18 d’inizio terzo quarto per andare a vincere di 7 preziosissime lunghezze (73-66), arriva il momento di vivere Gara 2. Consapevoli che il pronostico continua a pendere dalla parte degli avversari, forti di una stagione praticamente perfetta, fino appunto a quei primi 40′, che hanno visto gli “Oranges” assaggiare la prima metà della mela. Per completare l’impresa ci vuole la seconda metà della mela, colta a 54 km di distanza da casa, dopo una giornata di attesa estenuante, non meno di una Gara 2 dall’intensità drammatica, culminata dopo mille emozioni nella scelta di lasciar tirare l’avversario più pericoloso senza commettere fallo, sul nostro +1 con 7″ sul cronometro. Così, si è subito il canestro ma si è scongiurato il rischio dell’overtime, che avrebbe potuto rimettere tutto in discussione. E, così, la BIO12 Sport Care è approdata in Finale!
“La gestione delle emozioni” erano state le parole chiave su cui Marco Pappalardo aveva insistito, pronunciate prima della partita in spogliatoio. Sapevamo che la formazione di casa avrebbe provato a ribaltare tutto e a ripristinare, appunto, i favori del pronostico. Quelle parole, nascondevano però dentro di sé una difficoltà superiore a qualsiasi attesa. Avevano dentro il senso ed il nonsenso, ovvero la freddezza necessaria per fare il proprio gioco, senza fare calcoli ma pensando unicamente a giocare, chiudendo il primo quarto sul +9 del 16-25, e la follia ugualmente necessaria per reagire alla reazione avversaria (gioco di parole voluto), rispondendo al “loro” 7-0 d’inizio secondo quarto (23-25) e quindi al 10-2 del 26-27, scrivendo un 14-1 entusiasmante per il “nostro” +15 del 27-42, e continuando a spingere, fino al massimo vantaggio del +20 (superiore al -18 opposto di Gara 1) del 32-52, per poi raggiungere l’intervallo sul +17 del 34-51. Lì, basandosi sui numeri, la matematica avrebbe detto che gli avversari avrebbero dovuto segnare 25 punti in più, per ribaltarla.
La gestione delle emozioni ha incontrato però a quel punto uno scoglio ulteriore, contro il quale hanno rischiato di infrangersi le onde del mare. Sopra di 17 lunghezze a 20′ dal traguardo, la freddezza non ha più trovato il suo alter ego nella follia, componente imprescindibile e complementare. La ragione regge se c’è il sentimento, questa la “lezione in più” che nel terzo quarto di Gara 2 gli “Oranges” si sono trovati a vivere sulla loro pelle. E a dover trovare non più dentro quelle parole, ma dentro sé stessi. Gli avversari sono tornati in campo con la forza della disperazione, l’unica arma a cui aggrapparsi per non arrendersi, piazzando un parziale di 33 a 10 terrificante, che avrebbe steso chiunque. Hanno dimostrato tutta la propria forza, sulla quale non c’erano dubbi, e il loro primato stagionale. Hanno dato tutto, recuperando, pareggiando, andando avanti fino al +6 del 67-61 alla terza sirena.
Restava un unico punto “da difendere”, mettendo insieme Gara 1 e Gara 2, per la formazione di INVICTUS Academy. La ragione avrebbe detto che non c’era più la possibilità di farcela, che le energie erano finite, che oltre alla linea dell’orizzonte, ci si era imbattuti in un muro rivelatosi insormontabile, qualcosa di molto simile al “momento” (quanto contano, i momenti) di quell’inizio di terzo quarto della prima partita. Eppure, adesso come allora, il sentimento ha fatto la differenza. Con la forza della mente, della passione, della follia, della voglia di crederci, gli “Oranges” si sono aggrappati al loro sogno, dando tutto quello che serviva per continuare a viverlo. Provato dal quarto precedente, quando sembrava che i suoi ragazzi non avessero più la forza di riprendersi, il Coach ha dato loro quel qualcosa in più, quell’esperienza vissuta sulla propria pelle, e soprattutto dentro, giocando con loro.
Difesa e attacco, recuperiamo un punto alla volta, resistiamo a ogni nuovo tentativo di allungo, proviamo e riproviamo ancora. Un’ascesa senza respirare… Tiro libero del -5 (67-62), tiri liberi del -4 (68-64), quindi la fiammata della tripla del -1 sul 68-67, ma non basta ancora. Sotto di 3, serve ancora un 2/2 dalla linea per il nuovo -1 (70-69), ma gli avversari segnano ancora. Segnamo attaccando il ferro per il -2 (72-70), pareggiamo dalla linea con i due liberi del 72-72 a 2’38”, sorpassiamo col canestro in entrata del +2 a 1’56”, 72-74. Resta 1’12” sul cronometro, 72 secondi… Correggio pareggia, ma resistiamo. A 31″ segnamo il tiro libero del +1, 74-75, era fondamentale rendere dispari il divario per non rischiare l’overtime, perché la partita non può finire in parità pur contando il doppio confronto. Così, il Coach ordina di non commettere fallo sull’ultimo attacco, lasciamo che il loro #3 (80′ in campo) segni sulla sirena il canestro del 76-75. Perché significa la fine della partita, e significa il +6 finale per la BIO12Sport Care, che vola in Finale!
Mancano soltanto i nomi dei protagonisti, volutamente. Ciascuno degli “Oranges” ha dato tutto, non importa chi era in campo e chi in panchina. Una squadra è questo, prima di tutto. Ed è la passione che si porta dietro, quella delle famiglie, degli amici, degli altri “Oranges” presenti (i fratelli minori Alessandro e Claudio), di chi si è fatto un’ora di viaggio per Correggio pur di esserci (Giacomo e Maxim), di chi ha provato fino all’ultimo a venire (Riccardo e Filippo) per poi esultare e saltare dalla gioia da 54 km di distanza, perché la distanza non conta. Contano le emozioni, conta lasciarle finalmente fluire, sentire l’adrenalina che finalmente scivola via, anche se sarà difficile stanotte dormire… Mille pensieri sulla strada compiuta dal primo giorno a oggi, un sogno che sembrava irrealizzabile ma è diventato realtà, con la convinzione fortissima, dentro, che la realtà è sempre più bella del sogno. Una Finale da giocare, con la convinzione che la nostra vittoria l’abbiamo già conquistata a prescindere dalla sfida decisiva di domenica 9 giugno 2019.
Mancano soltanto i nomi dei protagonisti, scrivevamo. E’ la “standing ovation”, come quando i giocatori professionisti entrano in campo al Palazzo, lo speaker pronuncia i loro nomi e chi li ama urla i loro cognomi… “Con il numero 0… Filippo Fabbri, con il numero 9… Gianluca Forino, con il numero 11… Ludovico Claroni, con il numero 13… Nicola Monzali, con il numero 14… Matteo Guidi, con il numero 18… Riccardo Zucconi, con il numero 20… Diego Mascagni, con il numero 21… Davide Aldo De Pace, con il numero 24… Christian Carmelo, con il numero 31… Fabio Pinto, con il numero 35 il Capitano… Mario Virili, Capo Allenatore… Marco Pappalardo, Assistente Allenatore… Giovanni Setti… Forza ragazzi!”
#WeAreInvictus