Ci prendiamo volentieri un timeout dagli aggiornamenti di INVICTUS Camp per dedicare una standing ovation a Gianluca Basile, uno dei personaggi che ha scritto la storia di Basket City. Conteso tra le due rivali Virtus Pallacanestro e Fortitudo Pallacanestro, dove infine approdò a metà della stagione 1998/1999 proveniente da Reggio Emilia, dove lo aveva forgiato Giordano Consolini e aveva debuttato in Serie A2 all'età di 20 anni, ottenendo la Promozione in Serie A1 nel 1996/1997. Fin dal debutto con l'Aquila si capì che "Baso" ne sarebbe diventato il leader destinato a rimanere nel cuore.
A cominciare dal campo, dove nel primo derby "le sue gambe" gli permisero di fermare il fenomenale Antoine Rigadeau, ma a poco a poco prendendo sempre più confidenza e sicurezza anche nello spogliatoio, dando un apporto decisivo nella conquista del primo storico titolo tricolore della Fortitudo, lo Scudetto 1999/2000, giocando da playmaker per guidare Carlton Myers, Gregor Fucka, Giacomo Galanda e Stojko Vrankovic, condividendo il ruolo con Marko Jaric, per il 3-1 a Treviso.
La crescita di "Baso" sarebbe poi diventata esponenziale nel dopo-Myers, quando conquistò sul campo i gradi di Capitano, che probabilmente nemmeno avrebbe voluto. E diventando, con Zoran Savic come General Manager e Jasmin Repesa in panchina, il faro del ciclo triennale che avrebbe portato una Fortitudo sempre più giovane e arrembante a conquistare l'approdo alla Final Four di Eurolega 2004 a Tel Aviv, trascinando la squadra coi suoi "tiri ignoranti" fino alla Finale di Eurolega contro il Maccabi edizione "Los Angeles Lakers", circondati da dodicimila tifosi israeliani, nell'immensa arena dello Yad Elihau. Il solo fatto di esserci, diede a quell'evento incredibile il sapore di una vittoria.
E infine, guidando la Effe al suo secondo titolo tricolore, lo Scudetto 2004/2005, curiosamente l'unico ad averli vinti entrambi ed entrambe le volte giocando da playmaker, dopo l'esclusione di Gianmarco Pozzecco e la rottura del crociato di Milos Vujanic. Era la Fortitudo di Matjaz Smodis, Dalibor Bagaric, e dei giovanissimi Marco Belinelli, Stefano Mancinelli ed Erazem Lorbek... squadra di Sua la regia dell'ultima azione di Gara 4 a Milano, dove anziché tentare il tiro della disperazione da tre quarti di campo, ci credette fino all'ultimo, passando in avanti il pallone a Ruben Douglas, che scoccò la tripla decisiva a fil da sirena per la vittoria che valse un titolo che verrà ricordato per sempre con l'etichetta "Instant Replay".
In questo percorso di crescita personale e di squadra, Gianluca diventò un elemento sempre più importante anche della Nazionale Italiana, conquistando anche in Azzurro vittorie indimenticabili: Oro ai Campionati Europa di Francia 1999, Argento alle Olimpiadi di Atene 2004, Argento ai Giochi del Mediterraneo di Bari 1997, Bronzo ai Campionati Europei di Svezia 2003.
Condotta la Fortitudo all'approdo più agognato, dopo 7 ineguagliabili stagioni, Baso seguì Zoran in Spagna, firmando per l'FC Barcelona. E, ancora una volta, seppe diventarne leader sul campo, al pari dei campionissimi blaugrana, al punto che quando coronò il sogno di conquistare l'Euroleague 2010 venne proclamato dall'head coach Xavi Pascual e dalla stella Juan Carlos Navarro suo Co-Capitano. Il massimo onore, per un italiano destinato ad essere il giocatore straniero che avrebbe vestito quella maglia per più anni nella storia del club catalano, addirittura 6, nei quali conquisterà anche due titoli della Liga ACB, tre Copa del Rey e due SuperCopa ACB.
Celebrato dal pubblico della Fortitudo quando vi tornò, l'unica volta, da sfidante della Fortitudo in un'amichevole ufficiale in maglia FC Barcelona che aveva unicamente il significato del tributo a lui, allo stesso modo venne celebrato al ritorno al Palau Blaugrana dopo essere tornato a giocare in Italia. Un significato profondissimo di quanto Baso sia riuscito a farsi amare ovunque abbia giocato.
Eccolo allora, di nuovo in Italia nel 2011/2012 con la Pallacanestro Cantù, con l'highlight di una "tripla ignorantissima" sulla sirena con cui sconfisse Bilbao, nel 2012/2013 all'Olimpia Milano e infine, dal 2013 al 2016, all'Orlandina Basket, con cui pensava di disputare una sola stagione di Legadue... Ma arrivò la Promozione in Serie A, dove avrebbe giocato altre due stagioni rimanendo in Sicilia. Spinto unicamente dalla passione per il basket e da un fisico incrollabile. A fine 2015/2016 la decisione di fermarsi, a modo suo. L'annuncio del ritiro è arrivato soltanto nel febbraio 2017, senza riflettori.
La carta d'identità dice 42, i suoi numeri sono 192 cm per 90 kg, #5 il numero di maglia del cuore, guardia il suo ruolo naturale, playmaker quello del suo istinto. La sua famiglia sono la moglie Nunzia e le figlie Alessia, Manuela e Federica. Nato il 24 gennaio 1975 a Ruvo di Puglia, sarà proprio la sua cittadina natale a dedicargli il tributo più grande, il prossimo 2 giugno 2017.
Averlo come ospite e testimonial a INVICTUS Camp? Un sogno, ma è stato proprio Gianluca ad insegnarci che anche i più irrealizzabili possono avverarsi. Basile, uno di noi.