Non c’è nulla di scontato, nella presenza per il terzo anno consecutivo di Dalibor Bagaric (& family!) per l’intera settimana di INVICTUS Camp! Semmai, è la conferma ulteriore di quanto il centro croato sia rimasto legato a Bologna e ai suoi affetti più cari in città, così come a Zoran Savic (anche in questo caso & family!) a cui è intrecciato da una profonda amicizia. Arriverà in macchina da Zagabria domenica 2 luglio, pronto ad immergersi insieme a Jasmina, Klara e Milla (con Petar affidato ai nonni) nella nostra settimana “full time”…
Che piacere ritrovarti ancora una volta, Dalibor… “Speravo di poter anticipare il mio viaggio a Bologna ai prossimi giorni, nel caso in cui la Fortitudo si fosse qualificata per la finale con la Virtus che vale la promozione in Serie A, così come ero venuto l’anno scorso al PalaDozza per vedere una partita di semifinale vinta su Treviso… Peccato che non ci sia la serie di finale derby, avrebbe contribuito a rilanciare ulteriormente quel ruolo di Basket City che Bologna ha sempre avuto a livello europeo e merita di tornare ad avere. Intanto, io, Zoran e gli altri testimonial insieme allo Staff Tecnico cercheremo di fare del nostro meglio per lavorare sui giovani con INVICTUS Camp, perché proprio lavorando al meglio sui dettagli potranno nascere e venire fuori i campioni del futuro. Anche questa è una strada fondamentale che Bologna deve seguire, insistere per coltivare i propri giovani talenti. Come quando alle partite di Virtus e Fortitudo venivano tantissimi scout della NBA, per vedere se Marco Belinelli era pronto a spiccare il volo oltreoceano…”
Ecco, hai citato Marco Belinelli. Da San Giovanni in Persiceto alla NBA, ma la sua “base” resta sempre qui… “Spero che tutta Bologna si senta fiera di avere un campione come Beli, non è più una questione di Virtus o Fortitudo, ma di un’intera città che ha vinto simbolicamente la gara del tiro da tre punti e il titolo NBA insieme a lui… E’ bellissimo che Marco continui a correre a casa non appena termina la stagione NBA, questa è la sua terra e lui ne va giustamente fiero. Ed è qui che prima o poi tornerà a vivere, con la stessa naturalezza con cui è partito, e con gli amici di sempre. Non a caso, ogni estate chiede sempre a Marco Sanguettoli di allenarlo, come lo allenava quando oltre alla prima squadra in Virtus giocava ancora nei cadetti. La parabola di Beli dimostra che, unendo al talento il lavoro e la testa, si può arrivare lontanissimo. Lui ce l’ha fatta eccome, si capiva fin dall’inizio che aveva dentro qualcosa di speciale, e più dello Scudetto 2005, la sua consacrazione definitiva arrivò l’anno dopo, nella serie di playoff con Napoli… Lui e Mancio dominarono il campo, in una serie dalla tensione incredibile, di cui oggi magari io stesso rido col mio amico Alessandro Cittadini, che in quell’occasione da avversario sembrava aver appreso tutta la mia carica agonistica”.
Nel basket si intrecciano amicizie e rivalità, attraverso i tempi… “E’ così, e Bologna è pienissima di queste storie. Anche per questo è davvero Basket City, qui si sono giocati i grandi derby tra Virtus e Fortitudo, che non suscitavano meno interesse di quelli di una metropoli come Atene tra Panathinaikos e Olympiacos, o di quelli a distanza tra Real Madrid e FC Barcelona, o tra le grandissime rivali della ex-Yugoslavia… Qualcosa che ci invidia addirittura l’NBA, dove il primo ad aprire la strada e far cambiare la mentalità americana fu Drazen Petrovic, uno dei più grandi campioni di tutti i tempi. Ecco, la NBA ha capito il pathos delle grandissime sfide europee e dei suoi campioni più grandi, che si formano sui campi di Eurolega, come una volta e speriamo anche nel prossimo futuro si formavano anche sui campi di Basket City. Ecco, per tornare a Bologna, qui si è visto davvero di tutto, ed è per questo che è sempre un’emozione speciale tornare, andare a cena da Ivo e Simo al Campione, che una volta era la Braseria, o in tanti altri posti speciali. E c’è sempre qualche amico ritrovato, così come per strada c’è sempre qualche tifoso con cui è bello fermarsi a parlare. Posso dire che Bologna è la mia casa”.
Osannato dai tifosi biancoblù, rispettato da quelli bianconeri… “E’ un altro aspetto molto importante di Bologna, la sua capacità di vivere di basket e capire il basket. Certamente noi giocatori siamo sempre stati i primi a buttarci nella mischia per le sfide infuocate, a dare tutto per la maglia che indossavamo, perché questa città ed i suoi tifosi ti danno una spinta unica, come non avviene in nessun altro posto al mondo. Poi, quando si va a vedere chi ha dominato le scene in Eurolega negli anni, se non addirittura nella NBA, si ritrovano molti nomi che sono cresciuti e si sono completati proprio a Basket City… Anche se dovreste venire a Zagabria per vedere Gianmarco Pozzecco e Dino Repesa lavorare insieme al Cedevita! Chi era dentro alla Fortitudo nei miei anni, ricorda bene come Poz più che i litigi con Repesa subiva l’uno contro uno con Dino prima degli allenamenti, era appena un bambino ma già alto quanto lui! Anche questo genere di amicizie sono qualcosa di unico, che spesso fa capo proprio a Bologna”.
Sarà bellissimo ricordare insieme tanti momenti, a INVICTUS Camp… “Lo stesso vale per me. Ogni anno, al momento di andare via prometto già che sarò presente l’anno successivo, perché è qualcosa che mi fa davvero piacere. E mi fa tornare in campo, indifferentemente per giocare con i bimbi più piccoli o per insegnare qualche movimento ai ragazzi più grandi… Ricordo l’anno scorso Riccardo, che mi chiedeva consigli che spero gli siano già stati e gli saranno utili in futuro, ma anche tanti altri talenti: so che tornerà anche Tommaso, il ragazzo toscano, che in campo ci metteva sempre un gran cuore. Qualcosa che si ha dentro, ma che si impara anche con l’impegno e il lavoro quotidiano. E’ questo che si impara ad INVICTUS Camp… Lo dico da ex-giocatore, testimonial, ma anche da genitore, perché Klara e Milla hanno continuato a chiedermi di partecipare di nuovo per tutto l’anno!”
Vi aspettiamo a braccia aperte, Dalibor.